Così il D’Annunzio si rivolgeva ai pastori abruzzesi…
Cari ragazzi e studenti di ogni ordine e grado, in questi giorni anche voi siete andati a varcare le porte delle vostre scuole, avete reincontrato amici, maestri e professori, avete riaperto i vostri libri e quaderni, vi siete posti sulle spalle zainetti pesanti, tanto da ingobbirvi sotto il loro peso, o avere ripreso a trascinare i vostri trolley vecchi e nuovi. I più piccoli di voi hanno affrontato per la prima volta la scuola dell’infanzia, magari con qualche pianto per il distacco dalla casa e dalla mamma. Altri hanno varcato la soglia delle elementari, delle medie o delle superiori, guardinghi e curiosi di conoscere nuovi amici e docenti. Vi scrivo queste poche righe, memore degli incontri che ho avuto con moltissimi di voi, nelle vostre scuole, durante la Visita pastorale dello scorso anno scolastico e desideroso di incontrare anche quelli dei territori che visiterò in questo anno scolastico appena cominciato. Vi devo dire che sono stati proprio incontri pieni di gioia e di simpatia e preparati con grande cura da parte vostra, guidati dai vostri docenti e dirigenti. Ne ho ricavato un’impressione molto positiva del clima ‘umano’ delle nostre scuole, dell’impegno dei docenti e dirigenti e anche vostro. Certo ho percepito anche l’eco delle fatiche, delle carenze, delle attese e dei desideri sia di studenti come di docenti. Aspirare al meglio è bene per tutti, ma bisogna anche sapere mettere a frutto quello che c’è, in attesa di avere quello di cui si sentirebbe la necessità o anche il desiderio. Mi trovo spesso a ripetere per me e per gli altri questo detto ascoltato prima da altri e poi appreso dalla mia stessa esperienza: “Di quello che c’è non manca nulla, e di quello che non c’è si fa sempre senza“. Forse in questa espressione c’è qualche problema di grammatica o di sintassi, ma il senso risulta comunque chiaro. Sono poi in debito verso tante classi di studenti che col loro docente hanno risposto ad una mia lettera inviata da questa rubrica, cui a mia volta poi non ho risposto. Non è escluso che, tempo permettendo, riesca a farlo. Immagino che, come all’inizio di ogni attività, bisognerà armarsi di qualche dose di pazienza in più, finché l’organizzazione entra nel suo ritmo normale. Ricordo qui un altro detto: “Chi ben incomincia è a metà dell’opera“.
Auguro a tutti, alunni, studenti, maestri, docenti e dirigenti che non debba passare metà anno scolastico per ben cominciare, ma che, al contrario, cominciando subito bene, possiate godere subito i frutti del vostro lavoro di alunni e di docenti. Un incoraggiamento anche ai genitori e famiglie, compresi i nonni, che sono coinvolti nell’impegno scolastico dei loro figli, fratelli o nipoti, per accompagnarli, seguirli in qualche compito, e provvedere loro il necessario. Auguro pure una proficua collaborazione tra scuola e famiglia, a vantaggio dell’unico bene dei ragazzi e studenti. Invito infine anche sacerdoti e parrocchie a offrire ‘quello che possono’ se qualche richiesta dovesse pervenire loro, con disponibilità di tempo, di iniziative e di ambienti, che possano contribuire al bene dei ragazzi stessi.
Che il Dio di tutti vi benedica e vi aiuti a crescere nell’amore vero verso tutti, come ci ha insegnato Gesù Cristo.