Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì (Lc 3,15-16ss)
Sulle sponde del Giordano Gesù si mette in coda per essere battezzato. Lui, senza peccato, desidera da subito mettere bene in chiaro il suo stile: egli è venuto per essere solidale con noi senza trucchi, senza privilegi. Lui, senza tenebra, ha accettato di condividere la nostra tenebra per illuminarla con la sua presenza. Dopo il Battesimo, Gesù prega (!) e, nella preghiera fa esperienza di essere abitato dallo Spirito Santo e tutti sentono la voce del Padre: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
Tutti noi veniamo educati a meritarci di essere amati, a compiere delle cose che ci facciano meritare l’affetto degli altri. Dio, invece, ci dice che siamo amati da sempre, prima ancora di cominciare a pensare e ad agire: Dio non ci ama perché siamo buoni, ma amandoci ci rende buoni. Lui si compiace di noi perché vede ciò che già siamo, ciò che possiamo diventare, la dignità di cui ci ha rivestito. Solo dopo aver accolto l’amore gratuito di Dio per noi, potremo guardare al percorso da fare, alle fatiche che ci frenano, alle fragilità da superare. Il cristianesimo è tutto qui. Dio ci ama per ciò che siamo e ci svela in profondità ciò che siamo: figli amati.