LE NOSTRE PAURE… LA PAURA DELLA CROCE

“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra” (Lc 12-49)

Abbiamo paura della sofferenza, paura della croce. Vorremmo che il sentiero che conduce al regno di Dio fosse una comoda autostrada, senza momenti di fatica. Invece quella che Gesù ci propone è la strada stretta, in salita, che ci espone a rischi e pericoli.
Abbiamo paura del sacrificio. E invece Gesù ci chiede di lasciare tutto e di perdere addirittura la nostra vita pur di rimanergli fedeli.
Abbiamo paura di essere minoranza, che si trova ad agire e a decidere quando controcorrente. Cerchiamo consenso, l’approvazione degli altri.
E dunque basta metterci poco in agitazione: un insulto, uno sberleffo, una presa in giro.
Cerchiamo la pace, sì, ma una pace a poco prezzo. Quella che hai il prezzo del compromesso, del tradimento degli ideali. Quella che diventa acquiescenza nei confronti dei potenti di turno, cedimento di fronte al male, omertà davanti al sopruso e all’ingiustizia.
Siamo pronti ad annacquare i testi del Vangelo quando risultano troppo scomodi, a piallare la loro spigolosità, ad ignorare le loro richieste più esigenti.
Ma Gesù ci mette davanti, senza mezzi termini, alla sua missione e al suo progetto.
La sua pace? Ha il prezzo del sangue, dell’offerta della sua vita. E, paradossalmente, viene proprio dalla croce, uno strumento di morte.
La sua missione? Portare il fuoco perché divampi un incendio che trasforma la faccia della terra.
Gli effetti della sua parola? Non approvazione, il consenso, l’umanità, ma la separazione netta, dilaniante, tra coloro che lo accettano e coloro che lo rifiutano.
E’ tempo, allora, di rompere gli indugi e dimostrare maggiore determinazione nel credere in lui è nel seguirlo.
La risurrezione passa per le ore oscure della croce, la strada di una pienezza sconosciuta tocca il calvario.