Siamo stati tutti sconcertati da ciò che è accaduto a scapito di duecento famiglie delle nostre comunità parrocchiali, che abitano a ridosso del canale Lusenzo, vittime di una grave inadempienza burocratica risalente addirittura a cent’anni fa.
La notizia è stata riportata diffusamente, negli ultimi giorni, dai mezzi di informazione locali e nazionali.
Immaginiamo bene cosa voglia dire per queste famiglie sentirsi sotto pressione e dover sperare che non si allunghino ulteriormente i tempi del dibattito parlamentare per evitare che la situazione diventi insopportabile. Per questo ci auguriamo che al più presto s’intervenga a sanare definitivamente quest’annosa vicenda, in modo da restituire serenità alle famiglie coinvolte. A queste vogliamo esprimere la nostra fraterna vicinanza e solidarietà, facendo eco a quanto detto e scritto nei giorni scorsi dal nostro vescovo Adriano.
Nello stesso tempo ci auguriamo che il nostro Paese possa dotarsi di un sistema più snello ed efficace di controllo di quei provvedimenti che, senza adeguata verifica, colpiscono ingiustamente la vita di molte famiglie.
Come ripete spesso il Papa Francesco, “non vogliamo lasciarci rubare la speranza” che anche questa vicenda ci aiuti a sentirci tutti più responsabili gli uni degli altri e a collaborare perché la nostra società non rinunci mai a ricercare instancabilmente la verità e la giustizia.