Le pratiche sociali ci inducono
a fare un regalo agli amici
quando cade il loro compleanno.
sappiamo bene che faranno lo stesso
quando arriverà la nostra festa.
Così invitiamo a pranzo o a cena persone
che a loro volta ci apriranno la loro casa.
Anche quando aiutiamo qualcuno,
offrendogli parte del nostro tempo,
siamo certi che farà la stessa cosa per noi,
quando ci troveremo in un’emergenza.
Tu sai bene, Gesù, che non c’è gran merito
a compiere queste scelte:
in fin dei conti ci viene reso
quello che noi abbiamo dato!
Quello che tu ci fai intravvedere
in effetti è ben altro:
aiutare poveri che non possono ricambiare,
far sedere alla nostra tavola
persone che non hanno la possibilità
di fare lo stesso con noi,
prestare a gente che non riuscirà
senz’altro a restituire,
fare un piacere senza pensare
a come l’altro si sdebiterà,
dare una mano, paghi solamente
di aver aiutato qualcuno a venirne fuori.
Ecco, tu ci chiedi di comportarci
proprio come il Padre tuo,
ci indichi un amore smisurato,
offerto senza secondi fini,
solamente con l’intento di soccorrere
chi da solo proprio non ce la fa.