“Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora” (Luca 15,6)
Le meravigliose parabole che oggi l’evangelista Luca ci dipinge in tre affreschi cantano in modo solenne la misericordia di Dio verso l’umanità. Misericordia che non si può comprare ma soltanto ricevere in dono. Gesù ci manifesta un Padre che non giudica ma ama … e se giudica, quel giudizio non può essere se non pieno di misericordia.
Dio cerca disperatamente un figlio che si perde e fa festa quando lo ritrova. Quel figlio resta nel cuore del Padre per sempre un figlio amato, anche quando esercitando male la sua libertà volutamente diventa prodigo.
Ma l’amore di quel Padre continua a sperare e i suoi occhi bruciano d’attesa finché all’orizzonte non lo rivede comparire.
E subito chiama a raccolta: “Rallegratevi con me perché ho trovato il mio figlio perduto … a me caro più di una pecora e prezioso più di una moneta”. E invita tutti a far festa con Lui. Tutti accolgono l’invito.
Manca all’appello solo il figlio maggiore, che resta fuori e non vuol entrare, pieno di pretese e dal cuore indurito, che giudica severamente il Padre perché chiama ancora figlio quello che per lui non è più suo fratello.
Dove mi colloco io nella parabola ultima?