Un povero di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe” (Lc 16,20)
Una parabola di Gesù, che pur non raccontando storie vere racconta la vera storia, quella che non cambia, quella che sta al fondo di tutte le storie.
E nella parabola ognuno e chiamato a cercarsi : “Chi sono io ora?”
Il ricco senza nome o il povero Lazzaro?
E dalla risposta inizia il cammino di conversione … fatto di cambiamento di mentalità, valori, attenzioni, con lo sguardo puntato su Gesù.
Arriverà il giorno in cui abiteremo in ciò che abbiamo costruito.
Il ricco aveva costruito la sua vita intorno ai suoi interessi, al suo tornaconto, con lo sguardo rivolto solo alla sua pancia e alla sua immagine.
Di contro Lazzaro: col suo nome, le sue piaghe, le ferite di una vita difficile e la forza di mendicare. Una vita fatta di relazioni e di mendicanza; consolata dall’affetto dei cani … come i tanti Lazzari che incontriamo per le strade delle nostre città e che l’egoismo ci porta a non vedere.
Ascoltare Mosè e i profeti è la finale della parabola: per il ricco affinché la Parola lo porti ad accorgersi dell’altro e per Lazzaro (il cui nome significa “Dio viene in aiuto”) perché fidandosi di Dio, punti sempre verso l’Alto.