“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14)
Attendevamo il Potente, colui che veniva con la forza di Dio… ed è giunto a noi un bambino. Chi più di un bambino appare come un essere bisognoso di tutto? Per questo ci ha colto di sorpresa.
Attendevamo il Santo, colui che si mostrava distante dalla fragilità della nostra condizione umana… ed è venuto a noi un uomo disposto a condividere in tutto e per tutto la nostra vita. Senza sconti e senza privilegi, senza essere esonerato dalle fatiche che deve affrontare ogni uomo. Ma chi se l’aspettava?
Con lui Dio non ha voluto più essere solo Parola. Parola sussurrata all’orecchio dei profeti, Parola che si comunica nello splendore della gloria, Parola che riesce a cambiare il corso degli eventi.
Dio ha voluto che la sua Parola diventasse carne. Niente di più ardito, misterioso e inatteso. La sua perfezione, grandezza e bellezza che assume la carne umana, con tutto ciò che essa comporta.
È questo il mistero del Natale che continuiamo a celebrare. Un mistero straordinariamente grande. Dio prende carne, Dio diventa uno di noi. Dio accetta di ferirsi, di lacerarsi, addirittura di morire per cambiare la nostra vita. E questo per amore… solo per amore!