“Amore sconfinato, dono di Dio all’Uomo”
“In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6,51-58).
Riflettiamo
Quello che Gesù dona è sempre un pane per la vita eterna, come egli annuncia nel Vangelo. Nel pane e nel vino dona infatti sé stesso, il suo Corpo, il suo Sangue. Tutto se stesso: il corpo è la persona nella sua possibilità di agire, di relazionarsi, di attuare la propria libertà.
Il sangue, nella Bibbia è la sede della vita, il principio vitale che sostiene l’esistenza, dandole una sorgente interiore. Comunicandoci il suo Corpo e il suo Sangue, Gesù non ci dona soltanto la vita, ma il suo stesso modo di vivere. Ci comunica una vita che non può rimanere prigioniera della morte, perché vince le logiche del peccato con quelle di un amore che non trattiene nulla per sé.
La vita eterna però non è riducibile a un’esistenza che non conosce il limite della morte.
È anche una vita che vince l’isolamento con le dinamiche della comunione, come ricorda Paolo ai Corinzi: “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo”. Infine, è una vita che sa attraversare la prova, simboleggiata dal deserto di cui narra il Deuteronomio.
“Quando non possiede più nulla, l’uomo scopre di vivere del dono di Dio.
Eterna è una vita che sa di essere dono, ricevuto prima, da condividere poi”
(fr. Luca Fallica).
Al termine delle Messe breve adorazione a Gesù eucaristia.
Viene, poi, impartita la Benedizione Eucaristia ai presenti a tutti i fedeli della nostra Unità Pastorale.