(continua dal n. 14)
La metafora della casa è presente nella Bibbia: «Voi siete l’edificio di Dio (1Cor 3,9); «Anche voi siete impiegati come pietre vive nella costruzione di un edificio spirituale» (1Pt 2,5). La casa richiama familiarità, relazioni, vita quotidiana. Il cristiano è colui che fonda la sua casa, cioè la sua vita sulla Parola ascoltata e vissuta.
Ci colpisce che la pioggia, i venti e le bufere arrivano per tutti; Dio, infatti, «fa piovere sui buoni e sui cattivi» (Mt 5,45). La nostra fede non è un’assicurazione contro gli imprevisti della vita. Nulla ci viene risparmiato perché siamo cristiani. La differenza la fa quella roccia, che non è solo Dio e la sua Parola, ma la Parola che diventa vita e sulla quale noi fondiamo la nostra speranza. Se siamo fondati sulla roccia non crolliamo di fronte alle difficoltà.
Sono illuminanti le parole della lettera di Giacomo: «Deposta ogni impurità e ogni resto di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la Parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s’è osservato, se ne va, e subito dimentica com’era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla» (Gc 1,18-25). Senza dimenticare le parole di Gesù: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8,21).
Questo brano evangelico accompagnerà il nostro impegno per costruire comunità cristiane sinodali. Non vogliamo prima di tutto essere organizzatori di qualcosa di nuovo, non vogliamo solo essere più efficaci nella missione che Dio ci affida, vogliamo costruire sulla roccia della Parola le comunità cristiane.
Lo scorso anno abbiamo incontrato i due discepoli di Emmaus, tristi, delusi, abbattuti dopo la morte di Gesù. L’ascolto della Parola che Gesù annunciava loro ha fatto ardere il loro cuore, poi l’hanno riconosciuto e si sono messi in viaggio. Vorremmo che quest’anno la Parola riaccendesse il nostro cuore e lo facesse ardere. Solo sulla roccia della Parola possiamo costruire comunità cristiane sinodali.