LE COMUNITA’ CRISTIANE SINODALI

Il percorso che mi ha portato alle comunità cristiane sinodali è iniziato quando, fin dal mio arrivo nel gennaio 2022, ho cominciato a girare e incontrare le parrocchie della nostra diocesi. All’inizio, vedendo tante parrocchie molto piccole, pensavo che fosse una scelta di buon senso unificarle sia per la carenza di preti, sia perché in molte piccole comunità la messa domenicale era l’unica opportunità per i cristiani di quel paese.
La prima impressione che ho avuto è stata di una diocesi che cercava di custodire una storia passata, ma faticava a guardare al futuro e all’urgenza di annunciare il vangelo, di curare la vita cristiana di quanti ancora frequentano e di essere missionari verso coloro che abbiamo perso per strada, come non smette di chiederci papa Francesco.
Entrando di più nella realtà e grazie al prezioso tempo di ascolto che ci chiedeva il primo e anche il secondo anno del cammino sinodale, ho visto l’attaccamento di molti cristiani alla propria parrocchia, il desiderio di non perdere l’unico riferimento rimasto, e ho pensato che mentre tutti se ne vanno, la Chiesa doveva restare per quelle persone e anche per quel territorio. Ma non si trattava solo di restare, di custodire la memoria di altri tempi, il vangelo chiedeva di starci in modo nuovo e creativo, permettendo a quei cristiani di crescere nella fede e non solo di custodire una storia per quanto preziosa.
La domanda che portavo nel cuore era questa: «Come custodire tutte le parrocchie di questa diocesi e nello stesso tempo aprire una pagina nuova, creativa e generativa perché il vangelo possa essere ancora vivo per i cristiani e contagioso per quanti si erano allontanati non per un rifiuto della fede, ma semplicemente perché la differenza tra credere e non credere, partecipare o restare fuori, non cambiava la loro vita?». Il Covid è stato in un certo senso un’operazione di verità che ha portato tanti a continuare quella lontananza, prima imposta dalla pandemia, poi accolta come prassi normale. Il Covid ha evidenziato la fragilità di una vita cristiana appesa al fragile filo della tradizione e l’ha spezzato con facilità.
Così, provocato dal cammino sinodale e da queste riflessioni, è nata la scelta delle “comunità cristiane sinodali”. Non è una nuova invenzione e non ha la pretesa di essere originale, si tratta di uno sviluppo di quelle che fino ad oggi abbiamo chiamato unità pastorali. Un nuovo nome ci provoca a riconoscere che ci sono dei passi da fare, un percorso di crescita e di maturazione qualitativo che vogliamo intraprendere. Potevamo continuare a chiamarle unità pastorali, o collaborazioni pastorali, mi è venuto questo nome per evidenziare un percorso nuovo, nostro, proprio di questa diocesi con le sue caratteristiche.