Il Vescovo Adriano per la Quaresima

In occasione della ‘Visita pastorale’ sento spesso ricorrere espressioni del tipo: “Stiamo perdendo la fede e con essa i nostri grandi valori della vita familiare, sociale e anche religiosa”. Del resto si incontra sempre più gente costantemente affannata, preoccupata, sempre di corsa, senza la possibilità di gustare e gioire del momento presente.

La Chiesa propone il tempo della Quaresima, per chi accetta di viverlo sul serio e non come annuale ripetizione delle stesse cose, per invitare a viverne il profondo senso medicinale per ciascuno e per tutti. Ognuno di noi si trova come in un torrente che, insieme con le persone, si trascina dietro una quantità smisurata di cose inutili, cose da buttare che invece ci attorniano come in una discarica e da cui non riusciamo a liberarci. Ma intanto inquinano la nostra vita. Ad esempio, riconosciamo che la Chiesa non è così evangelica come dovrebbe, non è così povera come è desiderabile che sia; i preti non sono così pronti al servizio come il Vangelo richiede e neppure i laici non sono così coerenti nella loro testimonianza di giustizia e verità nel mondo come anche da loro il Vangelo pure richiede; gli sposi cristiani non riescono a esprimere la fedeltà appassionata con cui Cristo ama la Chiesa, e così via. Il tempo della quaresima è una proposta medicinale sotto diversi punti di vista.

Il primo aspetto da prendere in considerazione è quello di emanciparci, liberarci da una cultura basata sulle convenienze intasandoci la vita di cose e azioni ‘perché tutti fanno così’, originando in noi la nevrosi del guadagno, dello spendere, del riempirci di cose da buttare, del fare molte cose che snervano più che creare sollievo. Positivamente la quaresima propone la gratuità, il dono, la condivisione, il distacco, il senso di umanità che privilegia il bene della pace interiore personale e della pace con chi ci sta intorno. Di conseguenza la quaresima propone di ritornare a valutare e cercare ciò che è “essen-ziale” aprendoci a una visione dell’uomo che non è solo ciò che mangia, ciò che butta, consuma. L’uomo è anche pensiero, spirito, anima, silenzio, dignità, pudore, rispetto, relazione e comunione. […] Infine è tempo che ci fa vincere la paura del silenzio e della solitudine, che ci vede sempre in fuga e in affanno, riempiendo il vuoto delle cose ponendo Dio al centro delle nostre attenzioni. […] Ci possono aiutare in questo cammino quaresimale sette ‘R’ per altrettante azioni da vivere in questo ‘tempo favorevole’ alla fine del quale trovarci un po’ cambiati: Ritornare a Dio per ritrovarlo, Rientrare in sé per ritrovare se stessi, Rimuovere tutti i fardelli inutili che ci siamo caricati sulle spalle e che appesantiscono il nostro vivere e quello altrui, Riprendere quegli impegni di vita cristiana che la rendono più gioiosa, Ritrovare il senso di tutto ciò che facciamo, Riconciliarci con Dio e il prossimo e Risorgere con Cristo alla vita nuova della Pasqua.

[…] Buon cammino quaresimale!