” … comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici” (Lc 13-25)
C’è chi si illude che il cristianesimo sia una comoda autostrada su cui viaggiare agevolmente, senza alcuna fatica.
C’è chi si immagina il suo rapporto con Dio come un’assicurazione sulla vita, stipulata molto tempo prima.
C’è chi ritiene che basta farsi lambire dalla tradizione per poterne godere felicemente tutti i frutti.
C’è chi concepisce la religione come una rendita di posizione:
ci si nasce e basta non rinnegarla.
Per tutti questi le parole di Gesù costituiscono una vera doccia fredda.
La porta è stretta e per passarci bisogna essere disposti a liberarsi di tutti i carichi ingombranti: una cura dimagrante necessaria per coloro che considerano la fede una fra le tante risorse offerte dalla vita. Sembra non basti affatto aver ascoltato la parola di Gesù e neppure aver partecipato a molte messe: l’essenziale sta in una decisione seria e comprovata, che trova verifica nei fatti. Questo conta, e nulla può sostituirlo. Non una salvezza, dunque, che arriva a pioggia.
Non una felicità raggiungibile a poco prezzo, come le merci dei saldi di fine stagione. Un’offerta di grazia che accoglie solo chi è determinato e pronto a sacrificare qualsiasi cosa pur di poterla avere in dono.
Un rapporto che non si costruisce sulle briciole o sulle frattaglie della propria esistenza, ma ne costituisce il cuore, l’anima.