In sogno un angelo disse a Giuseppe: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto …” (Mt 2,13)
La famiglia di Gesù non è proprio una famiglia privilegiata, una famiglia tranquilla e senza problemi. Partecipa alla storia, alle vicende lieti e tristi che accadono e, proprio per questo – per difendere l’incolumità di Gesù – Maria e Giuseppe devono emigrare. Di notte devono fuggire in Egitto per poi tornare quando il pericolo è passato. Com’è purtroppo attuale questa storia, anche ai nostri giorni!
Pensiamo alle famiglie di tanti paesi che affronteranno questo periodo dell’anno da emigranti. Emigranti forzati, non per scelta. Emigranti immersi nella penuria, nell’angoscia, nella paura, nei mille disagi che si provano quando si è lontani dalla propria casa, in mezzo a gente che appartiene ad un’altra cultura, che parla un’altra lingua, che professa una religione diversa.
Ebbene questa è stata la sorte della famiglia di Gesù. E questo la rende ancor più vicina alle tante famiglie di ieri e di oggi, con i loro problemi e le loro inquietudini. Perché di problemi la famiglia di Nazareth ne ha avuti e di grossi.
Questo ci fa capire che il modello di famiglia cristiana non è una famiglia che gode di una vita tranquilla, senza sussulti, ma piuttosto una famiglia che sa compiere la volontà di Dio anche nei tempi burrascosi.
Una famiglia guidata dalla fiducia nel Signore, quella fiducia che addolcisce le pene, offre un sostegno nei giorni della prova e riempie il cuore di gratitudine quando tutto va bene.
Una famiglia in cui ci si vuole bene, tanto bene. Forse senza bisogno di ricorrere a tante parole, ma con i gesti, gli atteggiamenti, le azioni di ogni giorno.