Ci sono gesti che comunicano molto più delle parole. Lo sa bene Gesù che nell’incontro con il sordomuto, prima ancora di pronunciare qualsiasi parola, compie proprio dei gesti.
Sono gesti di vicinanza, di partecipazione, di liberazione. Il Vangelo li enuncia uno per uno, quasi “al rallentatore”, per farci cogliere di quei gesti tutta la finezza e la profondità: “lo prese in disparte”; “gli pose le dita negli orecchi”; “con la saliva gli toccò la lingua”; “guardando verso il cielo, emise un sospiro”; “gli disse: Apriti!”. Gesù ristabilisce in salute quell’uomo malato, ma ancor prima, attraverso la relazione personale, gli ridona la piena dignità, lo riconsegna alla gioia della vita.
Domandiamo con fiducia al Signore che alle parole con cui comunichiamo il Vangelo non manchino i gesti; e che ai nostri gesti non manchi il contatto con i gesti di Gesù: gesti che comunicano il bene e fanno vivere.