ALL’ULTIMO POSTO, PER SERVIRE CHIUNQUE

Un episodio imbarazzante. Due apostoli, i fratelli Giacomo e Giovanni, affamati di protagonismo, chiedono a Gesù il posto d’onore nel suo Regno… quel posto a cui anche gli altri dieci ambivano. Gesù annuncia la sua passione, la sua morte e risurrezione, ma è co-me se parlasse a vuoto: il sogno ricorrente dei discepoli non è quello di servire come il loro Maestro, ma quello di asservire tutti per accumulare gloria, denaro e potere. Succede anche a noi: usciamo di chiesa ed è come se Gesù avesse parlato a vuoto.

Dinanzi ai suoi discepoli così lontani da Lui, Gesù non si scoraggia e ostinatamente li invita a scegliere l’ultimo posto, quello dei “servi” e degli “schiavi”, che non appartengono più a sé stessi, ma a chiunque abbia bisogno del loro aiuto. La gloria del discepolo è l’opposto delle grandezze di questo mondo: in questo mondo è grande chi domina, chi sale e occupa i primi posti; nel mondo nuovo grande è chi serve, chi scende e occupa l’ultimo posto.

Come Gesù, che è venuto per servire (e non per essere servito) e ha pagato con la vita questa sua scelta radicale. È questa la differenza cristiana.

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