Se chiediamo ad un bambino di oggi che cosa sia per lui la fine del mondo, risponde in termini di catastrofe e di annientamento, così come suggeriscono la bomba atomica, le molteplici guerre in atto, l’inquinamento e tante altre calamità naturali.
Se si interroga Gesù sulla fine dei tempi, risponde in termini di pienezza e di ritorno. Egli afferma con forza che il Figlio dell’uomo ritornerà; non, come è già venuto, per annunciare il regno (Mc 1,15) e proclamare il tempo della misericordia (Gv 3,17), ma perché tutto sia portato a compimento (1Cor 15,28). Allora ognuno troverà il proprio posto (1Cor 14,2-3) e otterrà la sua ricompensa in funzione delle proprie opere (Mt 16,27).
La predicazione di Gesù è carica di questa preoccupazione: aprire gli occhi agli uomini sui segni premonitori di questa fine del mondo che non sarà una caduta nel nulla, ma un ingresso nella gloria.
Ciò che resta e resterà nascosto, è la data di questo istante. Questo è un segreto del Padre. Egli non l’ha ancora svelato. Ecco perché la Parola (il Figlio) non lo sa. Il Padre non ha ancora espresso questo pensiero, per via della sua pazienza infinita e della sua bontà illimitata (2Pt 3,9). Inutile insistere (At 1,6-7) e chiedere: “Perché?”. Per il momento, questo non ci riguarda e non è nemmeno utile per noi saperlo. La sola cosa che conta è sapere che questo ritorno di Cristo ci sarà e che bisogna prepararsi ad esso, altrimenti ci si ritroverà irrimediabilmente esclusi dal Regno (Mt 25,11-12; Lc 13,25). Questo è il fine, cioè lo scopo della nostra esistenza terrena: prepararci all’incontro definitivo con Gesù nella casa del Padre abitati dallo Spirito Santo.
Insegnamento catechistico
Il Signore Gesù è salito al cielo, è tornato nella casa del Padre suo.
Un giorno però tornerà con tutta la sua gloria.
Quel giorno radunerà tutti i popoli della terra
e farà entrare tutti a condividere la pienezza della sua gioia.
Il fine della nostra vita e di amare Dio e il prossimo
e prepararci così all’incontro definitivo con Gesù.
OGGI GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO
Il tema scelto dai nostri vescovi per la giornata nazionale è “La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile”. Questo tema ci apre al Giubileo che è alle porte. L’idea di fondo è che stiamo vivendo un tempo opportuno di semina. Se vogliamo offrire speranza dobbiamo tornare a seminare. E la semina oggi può essere declinata in due modi: la salvaguardia del terreno e il coinvolgimento delle giovani generazioni. La giornata in cui portiamo, come segno di riconoscenza, “i frutti della terra e del nostro lavoro” per condividerli con i fratelli più bisognosi, diventa anche un motivo di riflessione sulla preziosità della terra e sul rispetto che le è dovuto.