Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re» (Gv 18,33-37)
Confronto serrato quello tra Pilato e Gesù nel pretorio di Gerusalemme.
Il procuratore romano sa in cuor suo che quell’uomo non è come dicono gli ebrei che gliel’hanno consegnato, non è un sovversivo, e sarebbe disposto a liberarlo. Ma il maestro di Nazaret non collabora, non chiede nulla, non accenna a nessun tipo di compromesso per essere liberato. Pilato è sbalordito: Ma che razza di re è mai questo? Sembra di un altro mondo…
Sì, Gesù non è re alla maniera di chi detiene un potere sulla terra e ha sempre una scappatoia pronta grazie anche ad amici influenti. Per lui essere re è un’altra cosa: è “rendere testimonianza alla verità”. È pagare di persona, come farà di lì a poco allargando le braccia sulla croce.
La verità della vita umana è Gesù che, nonostante tutto, ama fino alla fine. Questo è il Re, potente nell’amore, che i cristiani oggi celebrano per imparare ad imitarlo.