«Pace a questa casa!»: è questo l’augurio con cui Papa Francesco inizia il nuovo anno e apre il suo Messaggio per la Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio p.v. Sono le parole con cui Gesù invia in missione gli apostoli e la casa di cui parla è «ogni famiglia, comunità, ogni Paese, ogni continente» ed è anche la «nostra casa comune» di cui Dio ci affida la cura. Cuore del Messaggio è la stretta relazione tra la pace e la politica di cui Papa Francesco tratteggia potenzialità e vizi in prospettiva presente e futura, riconducendo entrambe a una «sfida» giornaliera, a un «grande progetto» fondato «sulla responsabilità reciproca e sulla interdipendenza degli esseri umani». La pace, come un «fiore fragile che cerca di sbocciare in mezzo alle pietre della violenza» – scrive il Papa citando l’amato poeta Charles Péguy – si scontra con le ingiustizie e gli scandali che la politica provoca quando «non è vissuta come servizio alla collettività». La buona politica è invece un «veicolo fondamentale per costruire cittadinanza e opere» e, se «attuata nel rispetto fondamentale della vita, della libertà e della dignità», può diventare una «forma eminente di carità».