Ogni anno puntualmente, già il 26 dicembre, qualcuno se ne esce con questa battuta: “E anche quest’anno il Natale è finito!”. In realtà, il Natale non finisce affatto il giorno dopo il 25 dicembre. La liturgia ci accompagna a vivere il “tempo di Natale” che dalla sera del 24 dicembre giunge fino alla festa del Battesimo di Gesù (quest’anno il 13 gennaio), domenica successiva all’Epifania.
Nel tempo di Natale con tutta la Chiesa celebriamo un fatto inaudito realmente accaduto: in Gesù di Nazaret, il bambino nato a Betlemme di Giudea, si è manifestata la gloria di Dio.
La sorpresa e lo splendore di quest’avvenimento risuona in alcuni testi della S. Messa (prefazi) che si leggono nel tempo di Natale. “Il Verbo invisibile apparve visibilmente nella nostra carne”, è scritto nel prefazio II. Vuol dire che se si vuol vedere Dio, occorre guardare alla persona e alla vita nel tempo e nella carne di Gesù di Nazaret. Dio non ci ha risposto con una filosofia, ci ha fatto vedere nella vita concreta di Gesù come si vive da figli di Dio rimanendo e divenendo uomini in pienezza. La strada per arrivare a Dio è l’umanità. Nel prefazio III si legge: “Risplende in piena luce il misterioso scambio che ci ha redenti”. Il mistero del Natale è un evento di “illuminazione”. Si svela, si pone in piena luce chi è Dio e chi è l’uomo. Il Verbo si è fatto uno della nostra umanità e noi siamo diventati figli di Dio. Non Dio contro l’uomo o l’uomo senza Dio, ma Dio e l’uomo ora sono “insieme”. Il colore liturgico di questo tempo è il bianco: è il colore della luce, della vita e della festa.